Revamping di un impianto fotovoltaico: ecco di cosa si tratta

In ambito industriale si parla sempre più di frequente nel corso degli ultimi tempi di revamping. Un tema particolarmente gettonato nel settore delle energie rinnovabili, così come in quello dell’efficienza energetica.

Dal punto di vista letterale, si tratta di un termine che viene usato per ricomprendere tutti quegli interventi che vengono svolti in ambito industriale con l’obiettivo di rinnovare e rendere più moderni e all’avanguardia di impianti che sono diventati ormai obsoleti, anche nel settore dell’energia rinnovabile e fotovoltaica.

Quindi, il revamping si focalizza su una serie di interventi di rinnovamento, riparazione, sostituzione, e ripristino di una serie di sistemi elettronici che hanno subito diversi danni per vari motivi, come ad esempio l’usura, oppure hanno bisogno di una riconfigurazione. In tutti questi casi, è fondamentale fare affidamento solo ed esclusivamente su una delle società specializzate in questo campo: i servizi di Soladria sono notevolmente apprezzati, svolti con competenza e qualità.

L’utilità del revamping

Grazie a questa particolare operazione, ecco che si può raggiungere un obiettivo ben preciso, ovvero quello di conservare un livello di produzione costante. Non solo, dal momento che, in alcune occasioni, si può addirittura incrementarla, senza dover per forza di cose sostituire in toto gli impianti fotovoltaici. Siccome si tratta di un intervento piuttosto importante e delicato, è fondamentale affidarsi solo ed esclusivamente a società specializzate, che hanno una notevole esperienza in questo settore.

Grazie al revamping si può estendere il ciclo di vita di determinati macchinari nell’ambito del processo produttivo. Questo intervento prevede di effettuare la sostituzione della componente più centrale di un determinato impianto fotovoltaico, in maniera tale da dotarlo di un sistema molto più all’avanguardia dal punto di vista tecnologico.

Le linee guida in tema di revamping

Sei anni fa, nel 2016, ecco che l’ente denominato GSE, ovvero il Gestore Servizi Energetici, ha stabilito una serie di linee guida che devono essere rispettate da parte di tutte quelle aziende che hanno la necessità di effettuare un intervento di revamping.

Nello specifico, si è fatta la differenza tra interventi significativi e non significativi. Nel primo caso, si tratta di una serie di operazioni, tra cui troviamo l’eliminazione, la sostituzione oppure l’installazione da zero di elementi fondamentali come moduli e inverter. Non solo, dato che in tale categoria sono inclusi anche gli spostamenti, pure quelli parziali, dei moduli dell’impianto fotovoltaico, oppure gli interventi effettuati per cambiare il regime di cessione in rete.

È fondamentale, però, prestare attenzione alle regole che devono essere rispettate. Nel caso in cui una di queste modifiche dovesse essere portata a termine su degli impianti dotati di una potenza che va oltre i 3 kW, ecco che serve per forza di cose trasmettere adeguata comunicazione al GSE, entro due mesi dalla data in cui è stata svolta l’operazione.

Gli interventi che non hanno carattere significativo, invece, non comportano la necessità di inviare alcun tipo di comunicazione al GSE. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di sostituzioni che hanno ad oggetto delle parti meno importanti di un impianto fotovoltaico, come nel caso dei cablaggi. Non solo, ma tale categoria comprende anche lo spostamento dell’inverter e delle parti elettriche di minore importanza. Infine, sono ricomprese anche tutte quelle operazioni che riguardano direttamente le strutture di sostegno che vanno a supportare i moduli fotovoltaici.

Per tutti quegli impianti che sono dotati di una potenza più bassa rispetto al limite di 3 kW, ecco che non serve provvedere all’invio di alcun tipo di comunicazione al GSE. I proprietari, in ogni caso, devono rispettare un obbligo, ovvero quello di tenere fede alle conformità e alle linee guida che vengono stabilite dal Conto Energia di riferimento.